domenica 16 dicembre 2012

L’allegro squadrone - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano 16/12/2012


Due settimane fa Bersani, uscito vittorioso dalle primarie, ebbe la malaugurata idea di vendere la pelle dell’orso prima di averlo cacciato, preconizzando il trionfo del “grande squadrone” alle elezioni politiche. Dato per scontato l’esito del voto, una pura formalità, il Politburo si accomodò al tavolo del Risiko per distribuire le carte e le poltrone del prossimo governo: io faccio il premier, tu vai agli Esteri, tu agli Interni, tu alla Giustizia, tu alle Infrastrutture, poi se Monti fa un fischio e gli diamo l’Economia ma senza farci troppo sentire da Sel, o meglio ancora il Quirinale così sono tutti contenti; poi ci inventeremo un bel tronetto per Casini, per acchiappare il “voto moderato”. Subito un brivido gelido corse nella schiena degli elettori più avveduti, memori delle magnifiche sorti e progressive della progenitrice legittima dell’allegro squadrone: la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto. Qualcuno si fece il segno della croce, altri si diedero una toccatina, altri ancora corsero ad afferrare il primo oggetto metallico a disposizione. Ma quegli scongiuri non sono bastati: nel giro di due settimane, quella che agli occhi di Bersani & Vendola s’annunciava come una marcia trionfale s’è già trasformata in un calvario. Il compagno Monti si candida a premier sotto le insegne del Ppe, cioè del centrodestra, compreso il Pdl che l’ha appena sfiduciato, contro il Pd che s’è svenato per sostenere fino all’ultimo la sua Agenda senza mai alzare un sopracciglio (nemmeno per l’ultimo scandaloso regalo di 3 miliardi a Montepaschi e per la conferma dell’acquisto dei cacciabombardieri F-35). E, per quel poco che conta, anche il compagno Casini, corteggiato e inseguito per anni al costo di scacciare alleati fedeli e utili come l’Idv, andrà con Monti, Montezemolo e il Pdl. I famosi ministri tecnici, quelli neutri, apolitici, apartitici, incolori, inodori e insapori, dipinti per un anno come tanti Cincinnato super partes pronti a tornare all’orticello avito, salteranno sul carro del Prof: da Passera alla Fornero a Riccardi. Senza contare che l’ala montiana del Pd minaccia la scissione per raggiungere l’amato Prof sull’altra sponda. O sogna l’ennesima ammucchiata che manderebbe in pezzi il centrosinistra Pd-Sel appena consacrato dalle primarie. I Bersani, i D’Alema, i Veltroni, i Letta, insomma i “professionisti della politica” che avevano ideato la mirabolante “virata al centro” con l’ausilio insostituibile di Napolitano, che un anno fa li indusse a digerire Monti per non andare a votare e così a salvare un’altra volta B. entrando in maggioranza con lui e con Casini, sono serviti. L’effetto-primarie, nei sondaggi, è già svanito e rischia di trasformarsi in boomerang con le Secondarie di Capodanno, che dovrebbero far scegliere i candidati agli elettori. Il Politburo pretende un listino (anzi, un listone) di 50-70 fedelissimi col posto assicurato in Parlamento anche se non li vota nessuno: portavoce, portaborse, amici degli amici, qualche moglie. I quali andranno ad aggiungersi ai titolari di “deroghe”, cioè tutto lo stato maggiore grondante di cariche e pennacchi di partito, che rifiuta di sottoporsi al voto popolare. Non male per chi solo pochi giorni fa sghignazzava sulla scarsa democraticità delle Parlamentarie 5 Stelle: figurarsi che avrebbero detto se Grillo e Casaleggio si fossero riservati un listino per parenti e compari da candidare comunque, a dispetto dei santi. Naturalmente non tutto è ancora perduto: basterebbe che Bersani & C. smettessero di fare i furbi. Si sganciassero una volta per tutte da Monti, Napolitano, Casini & C. E aprissero un dialogo con la società civile che chiede legalità ed equità, non potendone più di tagli ai poveri e agli onesti e di regali ai ricchi e ai ladri. Magari prendendo esempio dagli altri paesi: quegli strani paesi dove la sinistra fa la sinistra e la destra fa la destra.

Da Il Fatto Quotidiano del 16/12/2012.

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