martedì 25 dicembre 2012

SCIMMIA,MUMMIA,SFINGE E VOLPE-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-24/12/12


Non  so  se  avete  presente Fantozzi  quando piantala  tenda  nel  campeggio,  di notte, col ragionier Filini del-l'ufficio  Sinistri.  Filini,  cieco come una talpa, gli schiaccia il dito  col  martello  e  Fantozzi, per  non  svegliare  i  campeggiatori,  trattiene  le  urla  per parecchi  minuti,  liberandole solo quando ha attraversato la foresta. E' la citazione più col-ta che viene in mente per de-scrivere il minimo comun denominatore di  Mario Monti,la Sfinge, e di Silvio Berlusconi, la Mummia, finalmente liberi  di  sfogarsi  dopo  tredici mesi di reciproca prigionia. La Sfinge non poteva dire qualche  pensava  della  Mummia per  non  gettare  la  maschera del  tecnico  “extra  partes”,  e soprattutto perchè il Pdl gli teneva in piedi la maggioranza.La Mummia non poteva dire quel che pensava della Sfinge perchè gli serviva un anno di decantazione per far risalire i titoli delle sue aziende in Borsa e far dimenticare almeno ai suoi le porcherie  del suo ul-timo governo. Ieri, finalmente, han potuto dirsi tutto.La Sfinge considera la Mummia  uno  squilibrato  mentale che dice tutto e il suo contrario. La Mummia considera la Sfinge un povero professorucolo estraneo alla “trincea del lavoro”, praticamente un fannullone che sta rovinando l'Italia.  La Sfinge  aggiunge che non  riesce  a  capire  quel  che dice  la  Mummia.  Poi  l'Annunziata  gli  dice che  non  ha  capito una mazza di quel che ha  detto  in  conferenza  stampa,  anche  perchè  è  l'opposto della  sua intervista  a Scalfari (nel senso che Monti intervistava Scalfari), ma le domande che gli fa in ostrogoto non le capisce nessuno, nemmeno la Sfinge. Intanto la Mummia va da Giletti e cerca di spiegare perchè mai voleva la Sfinge a capo dei moderati, ma non  ci riesce e allora se la prende col timido Massimo  Franco  (“anche  il Corriere fa parte del complotto”) e persino col povero Giletti,  che si  credeva bastevolmente  arrendevole,  non  sospettando che  una domandina  ogni  tanto  costituisce  già eversione. “Ma come, torno in tv dopo un anno e lei non mi fa parlare?”.Non sa, l'ingenuo conduttore,che  l'unità di  misura del  servilismo intervistatorio è cambiata:  il  sistema  nanometrico decimale,  un  tempo  imperniato sul “fede” (una domanda precotta) e sul “vespa” (due domande   al   massimo,   con scrivania  di  ciliegio  incorporata), è ora passato al “d'urso”(solo  gridolini  di  giubilo  e squittii di gaudio). Il “giletti” è già terrorismo.
 L’ altro  tratto  comune  della  Sfinge  e  della Mummia è l'Ego smisurato: si credono entrambi la reincarnazione di De Gasperi. Monti ne  parla  come  di  un  fratello  maggiore,  senza naturalmente averlo mai conosciuto, mentre B.lo guarda dall'alto in basso (“sono l'italiano che ha governato di più nella storia, anche più del ricordato De Gasperi”). Entrambi, poi, sentono le voci. Monti: “Sento la società civile dirmi: certo, ci tassate molto, ma andate avanti così!”. Berlusca: “Tutti mi chiedono di tornare in campo per completare la rivoluzione liberale”. Chissà che gente frequentano: forse club sadomaso.Monti cita ogni due per tre l'”Agenda Monti”come se parlasse di un altro, con l'aria ispirata che dovevano  avere i  figli di  Aronne quando trasportavano nel deserto l'Arca dell'Alleanza:occhi socchiusi, boccuccia a cul di gallina, re-spiro trattenuto, quasi che l'Agenda fosse un'antica e sacra iscrizione iniziatica, tipo i Rotoli di Qumran,  il Codice  di Hammurabi,  la Stele  di Rosetta. Intanto impiega tre quarti d'ora per dire che si mette all'asta al migliore offerente e non si abbassa a candidarsi a premier: sono gli altri, possibilmente tutti, che devono pregarlo in ginocchio. Si sente tanto Gesù Bambino in attesa dei Magi. E, mentre snocciola i punti dell' Agenda  Purga  con la  voce  briosa  di una  segreteria telefonica, fra una circonlocuzione di dieci minuti e una freddura che fa ridere solo lui (“l'Agenda è molto pink e molto green”, vedi Ilva), s'ode  in  sottofondo  un  inconfondibile  “ronfronf”.Più pirotecnico l'eloquio della Mummia, che ha imparato a memoria tre o quattro cose e le ripete uguali in tutti i programmi, ma sempre condite con la mossa di Ninì Tirabusciò. Una volta si alza, finge di andarsene e poi si risiede (“Me ne vado? Vuole che me ne vada? Mi siedo per l’ultima volta, ma la prossima mi alzo e me ne vado”).  Un'altra  tenta  la  barzelletta  dell'incubo con ”Monti premier, Ingroia alla Giustizia, Di Pietro alla Cultura, Fini era nelle fogne, quello del Sel... come si chiama... alla Famiglia e non le dico cosa faceva la Bindi, ahah”. Oppure conia neologismi  (“pedessiquamente”,  “il  governo tennico”). O dà della “scimmia” a Beppe Grillo,sperando  di  esorcizzarlo.  Intanto  la  Scimmia snobba le tv e gira l'Italia a caccia di firme. In serata, per completare il carrello dei bolliti, si affaccia da Fazio anche Max D'Alema, la Volpe del Tavoliere che  s'è fatta fregare, nell'ordine, prima dalla Mummia, poi dalla Sfinge e ora, non c'è il due senza il tre, attende la Scimmia. Dunque, fra i quattro, passa per il più furbo.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog