martedì 22 gennaio 2013

Il bugiardo sincero, il mariuolo onesto - Marco Travaglio - Carta Canta - l'Espresso, 18 gennaio 2013


Le critiche, pur legittime, alla puntata di Servizio Pubblico con Berlusconi ignorano l'aspetto centrale della sua immagine pubblica a vent'anni dalla sua discesa in campo: l'assoluta inutilità di ogni tentativo di incastrarlo dimostrando che è un bugiardo e un mariuolo. Mentre nei paesi anglosassoni, grazie alla Rete che assicura interattività in tempo reale, si mettono a punto sistemi sempre più efficaci di “fact checking” per verificare lì per lì l'attendibilità delle parole dei politici nei dibattiti tv, in Italia quel meccanismo è improponibile. Anzitutto perché i politici frequentano solo le trasmissioni (quasi tutte) che mettono a confronto le opinioni tralasciando i fatti, così si può dire tutto e il contrario di tutto, e qualunque affermazione ha lo stesso valore di quella opposta. E poi perché, le rare volte che un politico (vedi Berlusconi da Santoro) sfida un'arena senza reti protettive, usa una tecnica comunicativa che rende impossibile, anzi inutile, qualunque sforzo di sbugiardarlo: un cocktail di menzogne a raffica, di logorrea interminabile e di vittimismo esasperato che trasforma in ostilità, e dunque in rissa, qualunque interruzione (fra l'altro vietata dalla legge sulla par condicio).

Funziona così: il giornalista pone una domanda; il Caimano risponde attaccando un bottone di mezz'ora, depistando l'attenzione dal nucleo della domanda e infilandoci una serie impressionante di bugie; il giornalista, quando riprende la parola, ha due sole alternative: tornare al nocciolo della questione, esponendosi a un altro torrente di parole e balle; o tentare di smentire almeno alcune menzogne della non risposta. Ma le bugie sono facili da raccontare: bastano poche parole a effetto. Per confutarle invece occorre molto tempo, con argomentazioni tecniche, documenti e cifre di non immediata comprensione. Che il bugiardo avrà buon gioco a neutralizzare con una battuta o con un'altra balla che, per il suo pubblico che vuole sentirsela dire per non dover ammettere di essersi sbagliato, arriva dritta al bersaglio. Intanto della domanda originaria s'è perso anche il ricordo, magari è passato un intermezzo pubblicitario, o è quasi ora dei titoli di coda.

Perciò Santoro aveva pregato Berlusconi (e non viceversa) di non entrare nel dettaglio dei processi: perché i suoi processi, 26 in tutto, riempiono decine di migliaia di pagine, impossibili da esaminare nei tempi televisivi in modo che il telespettatore si faccia un'idea della colpevolezza o meno dell'imputato. Molto meglio lasciare ai magistrati il giudizio sugli eventuali reati ed esaminare quei fatti emersi dai processi che investono la credibilità politico-morale del leader (conti esteri, ricattabilità, ragazze a libro paga, amicizie o candidature malavitose). Chi rimprovera a Santoro di aver parlato troppo poco dei processi non s'è accorto che la parte più efficace della puntata è proprio quella sull'economia: il tema cruciale della campagna elettorale.

Le domande di Innocenzi, Costamagna e Dragoni hanno dimostrato che: il complotto delle banche tedesche contro i titoli di Stato italiani è una bufala (ci sono le smentite scritte di Bundesbank e Deutsche Bank); l'Imu sulla casa è stata introdotta nel primo atto del governo Monti – decreto Salva-Italia 5 dicembre 2011 - con l'avallo preventivo di Berlusconi, il voto unanime del Pdl e gli elogi del centrodestra e del suo leader al tecnico per molti mesi successivi; e il Cavaliere, dalla discesa in campo, s'è mostruosamente arricchito mentre l'Italia si impoveriva. Chi pensa che sarebbe stato più efficace “incastrarlo” su bugie e processi è un ingenuo e un illuso: i suoi elettori e rielettori sanno benissimo, in cuor loro, che il Caimano è un bugiardo e un mariuolo matricolato, ma la metà lo vota malgrado questo o proprio per questo. E l'altra metà obietta: perché, se è così bugiardo e mariuolo, il centrosinistra non ha fatto nulla per impedirgli di nuocere, anzi ha sempre dialogato e nell'ultimo anno ha addirittura governato con lui? Se, sugli assi bugia-verità e onestà-disonestà, Berlusconi gode ormai di una franchigia assoluta non è colpa di Santoro. Ma dei politici (e di alcuni giornalisti) che accusano Santoro di averlo resuscitato.

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