giovedì 3 gennaio 2013

NUOVE PROMESSE - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano 03/01/13

Questa è la storia del compagno Umberto Del Basso De Caro, nato a Benevento il 29 settembre  1953 
(lo  stesso giorno  ma  non  lostesso  anno  di  Berlusconi  e  Bersani),  uomo dalle molte vite. 
Una prova vivente della teoria della  reincarnazione,  anche  per  via  dei  numerosi  cognomi. 
Avvocato  prestato alla  politica (ma, come si sa, l’una cosa non esclude l’altra), è stato consigliere comunale della sua città ininterrottamente dal 1975 al 2006. E ha collezionato un bel  gruzzolo di poltrone: dal
1983  al ’94  segretario  provinciale e  membro dell’Assemblea nazionale, della Direzione nazionale  e  
dell’Esecutivo  nazionale  del  Psi  di Craxi.  
Nel  1987  è  promosso  vicepresidente dell’Usl  5,  perchè  è   molto  esperto  anche  in materia sanitaria, come no. 
Nel 1992 è eletto deputato  e  vicepresiede  la  giunta  per  le  autorizzazioni e procedere. Lì, vigile e occhiuto come il palo della banda dell’Ortica, vota contro qualunque richiesta delle Procure di processare decine di deputati per tangenti e mafie assortite. 
Per l’on. avv. Del Basso nonché De Caro, sono tutti perseguitati politici. Il nostro eroe denuncia il pool di Milano per una fuga di notizie sui rapporti fra Mario Chiesa e Bobo Craxi (peraltro noti a Milano anche presso le portinaie). 
Indagare su Craxi? Nemmeno per sogno, è vittima di un “teorema politico”, essendo  l’indagine  Mani  Pulite  pilotata  dalla Spectre dei  “poteri  forti” e condotta  con un “uso violento della carcerazione 
preventiva” al fine di “estorcere confessioni” contro noti galantuomini. Arrestare Craxi  e Martelli per la
mazzettona da 8 miliardi di lire sul Conto Protezione  by  Larini-Gelli-Calvi?  Non  sia  mai, “sarebbe  una vergogna”.  
Indagare  su De  Lorenzo? Guai, è vittima di chiaro “intento persecutorio”.  Investigare su  De Michelis?  Non scherziamo,  è  “fumus  persecutionis”.  
Enzo Carra, rara avis di politico non parlamentare, finisce  in  manette.  Apriti  cielo:  “È  una  violazione del diritto – tuona il Del Basso De Caro –  che  suscita  indignazione”  e  impone  l’immediata  “riforma  della  custodia  cautelare”. 
Porta anche buono, l’Umberto: appena difende un politico, quello viene regolarmente condannato in Cassazione. Craxi, Martelli, De Michelis, Carra, De Lorenzo: non sbaglia un colpo.  Alcuni, timidamente,  lo pregano  di non difenderli  più. Può  la Politica,  nel senso  più alto e nobile, restare orba di cotanto statista? Non può. Infatti nel ’94, appena il Psi viene a mancare all'’affetto dei suoi cari, il Del Basso De  Caro  esce dalla Camera  ed  entra  nell’Associazione  dei  Liberal  Riformisti  fondata  da Amato.  E  resta  a  pie’ fermo  consigliere  comunale a Benevento. 
Nel 2001 si candida col centrosinistra a sindaco, ma invano. Partecipa anche a una memorabile cerimonia in quel di Guardia Supramonti, dove si conferisce la cittadinanza  onoraria  al  Caf  (Craxi  Andreotti Forlani):  i tre  sono assenti,  ma  li  rappresentano  degnamente  Stefania  Craxi  e  Umberto Del Basso De Caro.  Che conciona: “Craxi  è stato  uno  dei  più  grandi  statisti  d’Italia”.  E subito ritira il premio: presidente provinciale della Margherita. 
Dunque presidente dell’Iacp (è molto ferrato anche in fatto di case popolari, ci mancherebbe).
Poi l’ultimo balzo: nel 2008 segretario provinciale del Pd e nel 2010 consigliere regionale con 18.255 preferenze. Si installa  in  ben  tre  commissioni:  Affari  Istituzionali  e  Risorse  Umane,  Controllo  atti  regionali, Lavori pubblici Urbanistica Trasporti (tutte materie in  cui, con proverbiale versatilità, è divenuto nel frattempo libero docente). 
Trova anche il tempo di difendere, come avvocato,  Nicola  Mancino  nel  processo  sulla trattativa Stato-mafia. Qualcuno dirà: ma perchè ci racconti questa storia? Perché Umberto Del Basso De Caro ha vinto le primarie del Pd a Benevento con 12.085 voti, dunque sta per tornare in Parlamento. 
Per un’ “Italia giusta”.
Sezione “Nuove promesse”.

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