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sabato 2 marzo 2013
Il compagno Grillo, costola della sinistra - Marco Travaglio
Carta Canta - l'Espresso, 1 marzo 2013
Anni e anni perduti a snaturarsi inseguendo l'inesistente “voto moderato” e scaricando alleati naturali come Ingroia, Di Pietro, i verdi, per poi ridursi a mendicare i voti da Grillo per avere la maggioranza al Senato. E' l'impietosa nemesi che colpisce la sinistra più pasticciona, masochista e spocchiosa del mondo: la nostra. Eppure Grillo inizialmente aveva cercato un dialogo, prima con le leggi popolari e i referendum dei V-Day 2007 e 2008, poi con l'autocandidatura alle primarie per la segreteria del Pd nel 2009. Ma l'unica risposta del Politburo furono porte chiuse e scomuniche. Non solo all'ex comico, che non è certo un soggetto facile, ma anche ai suoi giovani elettori, bollati come pericolosi populisti, antipolitici, squadristi, paragonati ora alle camicie nere ora ad Alba Dorata. Nella stupidissima equazione “5Stelle=estrema destra” si sono esercitate indefessamente le teste d'uovo reclutate da Bersani e ospitate dall'Unità del suo ghost writer Claudio Sardo. “Grillo ha il cuore a destra”, spiegava il perspicace Michele Prospero (26-1-2012), senza peraltro spiegare cosa c'entrino con la destra le battaglie per l'acqua pubblica, la scuola pubblica, la sanità pubblica, le energie rinnovabili, la decrescita, il ciclo dei rifiuti, e contro i condannati in Parlamento, il nucleare, le guerre e il Tav Torino-Lione. “I populismi alla Grillo –filosofeggiò Bersani – fanno finta di partire a sinistra per poi rispuntare come sempre a destra” (4-5-2012). Non gli venne neppure il dubbio che molte parole d'ordine di Grillo siano le stesse delle sinistre e dei movimenti ambientalisti europei, nonché dei democratici Usa. No: Grillo “è un fascista del web”, tuonò Bersani alla festa il 25 agosto scorso, subito plaudito sull'Unità da Luigi Manconi: “Sono d'accordo con Bersani: nel discorso di Grillo si trovano tracce di linguaggio fascista” (7-9-2012). Per neutralizzarlo bastava non parlarne: “Abbandoniamolo a se stesso: la cosa che più dispiace a un comico è quando nessuno gli chiede il bis” (Beppe Fioroni, 27-8-2012). Sull'Unità l'acutissima Sara Ventroni incoraggiava l'esorcismo del silenzio: “La notizia è che Grillo, così come si è autocreato, si autodistruggerà” (14-12-2012). Grillo, per Bersani, era “peggio di Berlusconi” (16-7-2012). Enrico Letta andava anche oltre: “Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo” (13-7-2012). Del resto, avvertiva l'Unità, M5S era “alleato con la Lega” (10-9-2012) e puntava a “un'uscita neogiacobina dalla crisi” (Michele Ciliberto, 30-8-2012). Toni Jop, sempre sull'house organ pidino, informava che “Grillo è anche razzista” (4-9-2102). Alla larga. Ed ecco l'arma segreta:“Contro Grillo serve l'Udc” (Bersani, 29-10-2012). Perchè “con Grillo andremmo peggio della Grecia e usciremmo dalla democrazia”(Bersani,21-2-2013). Tanto bastava e avanzava l'armata montiana. Purtroppo gli elettori hanno deciso diversamente. E così ecco il povero Miguel Gotor, storico prestato alla politica a sua insaputa, annunciare lunedì sera a Porta a Porta che lui l'ha sempre detto: “Preferisco mille volte dialogare con i grillini con Berlusconi”. Peccato che quel mattino, in un'intervista rilasciata all'Unità violando il silenzio elettorale, avesse dichiarato: “L'onda di Grillo viene da Arcore”, è figlia del “berlusconismo”. Anche Nichi Vendola, fino all'altro giorno, non aveva dubbi:“Grillo mescola argomenti demagogici, urla, emette grugniti al posto dei pensieri” (2-5-2012) e naturalmente è un “populista di destra”. Ora invece che s'è ridotto a percentuali da albumina innesca la retromarcia: “Grillo è un interlocutore necessario, con lui è possibile una discussione feconda”. Resta da capire con quale linguaggio avverrà, la discussione feconda: a grugniti? E' l'eterno “contrordine compagni”, su cui già scherzava Guareschi negli anni 50. Nel 1995, quando Bossi appoggiò il governo Dini col centrosinistra, D'Alema riabilitò la Lega da partito razzista, pericoloso, barbaro e antidemocratico a “costola della sinistra”. Sarà un caso, ma il venerdì prima del voto il Conte Max ha definito i grillini “interlocutori preziosi”. S'è portato avanti col lavoro.
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