venerdì 29 marzo 2013

Le quinte colonne dell'Ineleggibile - Marco Travaglio - 29/03/2013


Carta Canta - l'Espresso, 29 marzo 2013

I 250mila cittadini che hanno firmato l'appello di MicroMega e le migliaia di persone che sabato hanno affollato piazza Santi Apostoli a Roma hanno voluto ricordare al presidente della Repubblica e al Parlamento ciò che dal 1994 tutti i presidenti della Repubblica e i Parlamenti hanno preferito dimenticare: e cioè che la legge 361 del 1957, varata quando Silvio Berlusconi andava all'università e dunque difficilmente accusabile di pregiudizio antiberlusconiano, stabilisce all'art.10 l'ineleggibilità dei beneficiari di concessioni pubbliche. Quindi degli azionisti di controllo di televisioni. Quindi di Silvio Berlusconi. Il quale siede abusivamente in Parlamento dal '94 grazie alla sistematica violazione della legge da parte della Giunta per le elezioni della Camera, che per cinque volte consecutive ha dichiarato eleggibile il Cavaliere e ineleggibile Confalonieri, peraltro mai eletto nè candidato. Tre volte con maggioranza di centrodestra, due volte con maggioranza di centrosinistra. Il che spiega perchè le tardive, trafelate, patetiche conversioni di Bersani & C. alla legalità, e dunque all'antiberlusconismo, non abbiano convinto milioni di elettori delusi. Siccome però, come viene spesso ripetuto, “non sono tutti uguali”, va ricordato che fin dal '94 c'è chi si è battuto per il rispetto della legge. Per esempio l'Espresso diretto allora dal grande Claudio Rinaldi e un gruppo di intellettuali formato da Cimiotta Borrello, Bozzi, Flores d’Arcais, Galante Garrone, Gallo, Giolitti, Sylos Labini, Laterza, Marzo, Pizzorusso e Visalberghi, che 19 anni fa presentarono i primi ricorsi per l'ineleggibilità del Caimano. Risultato: destra, centro e sinistra (tranne il verde Saraceni) liquidarono la faccenda in pochi minuti (“Il deputato Elio Vito sottolinea che il comitato all'unanimità ha convenuto per l'infondatezza”). Nel 1996 vince l'Ulivo, ma anche Berlusconi: “L'art.10 del testo unico non è applicabile all'interessato in quanto l'inciso 'in proprio' deve intendersi 'in nome proprio' e quindi non applicabile all'on. Berlusconi, atteso che questi non è titolare di concessioni radiotelevisivo in nome proprio”, ma a nome di Mediaset. Un cavillo da Azzeccagarbugli subito approvato dai centrosinistri Massa, Carazzi e Rossiello. Seguono le scuse puerili dei leader (per Fassino e D'Alema occorreva impedire al Cavaliere di “fare la vittima”) e poi le lacrime di coccodrillo: il 15.9.2000 D'Alema riconosce candidamente che “Berlusconi era ed è ineleggibile” e il 5.2.2001 ammette che dichiararlo eleggibile fu “una finzione giuridica”. Troppo tardi: nel 2001 l'Ineleggibile risorge. Alla vigilia delle elezioni, Giustizia e Libertà torna alla carica con tre esposti alla giunta della Camera. Che si riunisce, con comodo, il 18.4.2002 sotto la presidenza di Antonello Soro (Margherita). Ma anche stavolta i “progressisti” Franceschini, Finocchiaro, Benvenuto, Rossiello, Belillo e Cento votano con i berluscones per l'archiviazione, con una memorabile supercàzzola affidata al Ds Salvatore Adduce: “In conclusione, dichiara voto favorevole sulla proposta del Comitato, illustrata dal Presidente, non essendovi elementi che possano far sostenere l'ineleggibilità del deputato Berlusconi”, anche perchè “la questione del conflitto d'interessi e quella dell'ineleggibilità sono distinte” e richiedono “una sistemazione normativa della materia” (naturalmente mai neppure tentata). La triste scena si ripete nel 2006 e nel 2008. Intanto quelli che “il conflitto d'interessi non c'entra” sono stati tutti promossi: la Finocchiaro capogruppo Pd al Senato, Franceschini segretario e poi capogruppo Pd alla Camera, Adduce sindaco Pd di Matera, Soro Garante della Privacy. Ora il nuovo capogruppo al Senato, Luigi Zanda, firma l'appello di MicroMega e annuncia che voterà per l'ineleggibilità. Siccome il collega di 5 Stelle Vito Crimi dice che i suoi faranno altrettanto, la maggioranza è bell'e fatta. Ma ecco l'astuta mossa di Bersani, che annuncia “una nuova legge sull'ineleggibilità”, ovviamente “stringente”: come dire che la 361 del 1957 non vale più, dunque Berlusconi è eleggibile anche stavolta. Casomai se ne riparla nella prossima legislatura. Però in maniera “stringente”. 

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog