sabato 13 luglio 2013

Mediaset Premier - Marco Travaglio - Il F.Q. 13/7/2013

Ingiustamente sputacchiati dalla piazza, i partiti sanno ancora regalarci momenti di autentica leggenda. Quelli del Pdl tremano al pensiero di essere guidati, dal 1° agosto, da un evasore fiscale che li riceve a casa sua e non può mettere piede in Parlamento. E non s’accorgono che è esattamente quel che accade da vent’anni.
Intanto il Pd, da quando ha deciso di liberarsi del complesso di B., va in mille pezzi a causa di un processo a B., mentre nel partito di B. non si muove foglia. Siccome poi i Democratici sono dei geni, lanciano la nuova campagna di tesseramento proprio nel giorno in cui i loro elettori vorrebbero impalarli per la chiusura delle Camere in segno di lutto nazionale per il processo a B. Col risultato di perdere anche i pochi tesserati superstiti e di prendersi pure carrettate di insulti via web. Specie da quando s’è scoperto che chi s’iscrive al Pd riceverà pure, come pena accessoria, l’abbonamento gratuito all’Unità: un accanimento davvero impietoso contro quella brava gente. Ma c’è qualcosa di ancor più comico dei due partiti: i giornali dei due partiti, anzi del partito unico Pdmenoellepiùelle. Sull’Unità, il direttore Sardo spiega che, siccome chi s’iscrive al Pd si abbona automaticamente all’Unità con la formula delle televendite con batteria di pentole antiaderenti
in omaggio, questa è la prova che “gli organi di partito non esistono più” e dunque l’Unità non lo è più (però i soldi pubblici come giornale di partito continua a prenderli). E, per elettrizzare vieppiù i lettori rimasti, Macaluso spiega: “Che il gruppo parlamentare Pdl abbia chiesto una sospensione della seduta della Camera per dare sfogo a sentimenti e risentimenti in un partito che si identifica in una persona che rischia di non poter più mettere piede in Parlamento, è comprensibile”. A questo punto, scavalcati a destra, gli house organ Pdl devono inventarsi qualcosa di più hard. E naturalmente ci riescono: dalla leccata al padrone passano a leccare i leccatori del padrone. Un cunnilingus al cubo. Sul Foglio, lunga slinguata a Sallusti: “Come sono diventato un Pitone” (nel senso di fidanzato della Pitonessa Santanchè). Affetto da encefalite letargica volontaria, il Sallusti fa di tutto per rimuovere la sua precedente vita di giornalista in un giornale vero, il Corriere. E si flagella per aver partecipato alla pubblicazione “dell’avviso di garanzia che fece cadere il primo governo Berlusconi” nel '94 (era un invito a comparire e non fece cadere nessun governo, rovesciato da
Bossi contro la riforma delle pensioni). S’è persino fatto l’idea che il Corriere sia “di sinistra” e “organo della Procura di Milano”, a sua volta in mano al “Pci” (che non esisteva più da 5 anni): ma “ero giovane, non avevo gli strumenti per capire” (aveva solo 37 anni: un bebè), mentre “Mieli capiva benissimo”. Ma ora “sono rinsavito”. Anche se non rinuncia ad attaccare brutalmente il Cainano, osando l’inosabile. Una volta, per dire, B. lo chiamò inferocito al Giornale: “Avete scritto che non so nuotare, è un’infamia, non è vero!”. Del resto basta leggerlo, il suo Giornale, per respirarvi subito una balsamica aria di libertà. Esempio: il commissario Zuzzurlo elogia un grande giornalista che l’altra sera a Ballarò “ha fatto un ragionamento” e, udite udite, “ha messo in fila i fatti” inchiodando Mieli alla terribile realtà: “Il Corriere è la voce delle Procure” (Ostellino, Battista, Galli della Loggia, Panebianco: tutti portavoce dei pm). E chi è l’eroe? Ma il Pitone, naturalmente: il direttore del commissario Zuzzurlo. In un’altra pagina tal Massimiliano Parente scrive: “Il Fatto Quotidiano è il Porno Quotidiano e Travaglio lo Schicchi del giornalismo. Per cui la Boccassini sarebbe una grandissima regista porno”. Lo portano via. Ps. Su Libero è partita la grande campagna per
graziare il Cainano: “Ci sta anche Letta: Napolitano gli ha prospettato la soluzione estrema per salvare il governo e il premier ha preso atto”. È l’ultima offerta speciale Mediaset Premier.

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