Diritto e Mancino. “Sulla presunta trattativa Stato-mafia si sono costruite fortune di carattere politico”
(Nicola Mancino, la Repubblica, 8-3). Tipo le sue. I nuovi Mengele.
“Barbari. Aguzzini”, “Soluzione finale”, “Medici nazisti e pm
stalinisti” (titoli del Giornale e di Libero e commento di Fabrizio
Cicchitto sulla visita fiscale a B., ricoverato per uveite, 9-3). Non
sanno che di congiuntivite si può anche morire.
Occhio per
occhio. “Magistrati miopi e faziosi” (Daniela Santanchè, 9-3). Faziosi
può darsi, ma miopi forse è troppo: avranno anche loro un po’ di uveite.
L’uovo di Colombo. “Se i senatori del Movimento 5 Stelle si presentano
senza giacca e cravatta, io non li faccio entrare in Aula” (Emilio
Colombo, 92 anni, presidente ad interim del Senato, Corriere della sera,
5-3). Se però portassero anche un chilo di coca al presidente ad
interim, risparmiando inutili fatiche alla sua scorta, potrebbe chiudere
un occhio.
Bersotti e Berlani. “Avvio dell’universalizzazione
delle indennità di disoccupazione… Avvio della spending review con il
sistema delle autonomie e definizione dei piani di riorganizzazione di
ogni Pubblica Amministrazione… Ottimizzazione del ciclo dei rifiuti…
Programma pubblico-privato per la riqualificazione del costruito… Piano
bonifiche per lo sviluppo delle smart grid” (Pierluigi Bersani, dal
programma in otto punti per allettare il M5S, 7-3). Mancano solo le
convergenze parallele e la non sfiducia, poi lo votano Andreotti e
Forlani.
Governo monocellulare. “Ricordava ieri la neosenatrice
montiana Linda Lanzillotta che, se questo governo nascesse al Senato
con l’uscita dall’Aula di Grillo al momento della fiducia, i voti
centristi diventerebbero decisivi” (Corriere della sera, 5-3). Se poi
uscissero anche tutti gli altri senatori tranne la Lanzillotta, potrebbe
nascere un governo monocolore Lanzillotta.
Nano coreano. “Ho
fatto quattro viaggi in Corea del Nord come presidente
dell’interparlamentare italo-nordocoreana. E la sa una cosa? Tutti amano
Berlusconi anche là” (Osvaldo Napoli, deputato uscente Pdl, La Stampa,
5-3). Soprattutto là.
Il nuovo che avanza. “Credo che il Pd
ignori l’evoluzione della società, che è sotto gli occhi di tutti”
(Umberto Veronesi, la Repubblica, 3-3). Basti pensare che fece
addirittura senatore Umberto Veronesi.
Le parole per dirlo/1.
“Prendiamo i casi di Finmeccanica ed Eni. I responsabili delle due
aziende sono inquisiti per (supposta) corresponsione di tangenti in
alcuni affari internazionali. Il reato è previsto dalla legge sulla
‘corruzione fra privati’. E’ una legge sbagliata perchè ciò che essa
codifica come ‘corruzione’ è in realtà l’azione di lobbying – compreso
l’utilizzo di ‘incentivi’ materiali, nei confronti di qualcuno della
controparte, moralmente non proprio esemplari – che l’ufficio preposto
alle relazioni esterne di qualsiasi azienda esercita regolarmente”
(Piero Ostellino, Corriere della sera, 5-3). A parte il fatto che le
tangenti pagate da Saipem e Finmeccanica a funzionari pubblici
dell’Algeria e dell’India non sono affatto fra privati, è interessante
questa depe – nalizzazione linguistica delle mazzette: basta chiamarle
“lobbying”, anzi “re – lazioni esterne”, o meglio ancora “incentivi” e
profumano subito di lavanda.
Le parole per dirlo/2. “Il compromesso non è un delitto” (Luciano Fontana, Corriere della sera, 9-3). Infatti: è un inciucio.
Il più Amato dagli italiani. “Non faccio parte della casta, ditemi
perchè dovrei vergognarmi” (Giuliano Amato, la Repubblica, 4-3). Perchè
ogni mese ritira una pensione da 31 mila euro dopo aver tagliato quelle
degli altri? Perchè era il consigliere giuridico ed economico di Craxi?
Perchè è stato due volte presidente del Consiglio, due volte ministro
del Tesoro, una volta ministro dell’Interno e presidente dell’Antitrust?
Per essere il consulente del governo Monti per il taglio dei costi e
degli sprechi della politica senza cavare un ragno dal buco? Per essersi
ritirato definitivamente dalla vita politica una mezza dozzina di
volte? Perchè rischia di diventare Presidente della Repubblica? O per
tutte queste cose insieme?
Maledetto da Norcia. “Nominato
ambasciatore del tartufo italiano nel mondo al convegno a Norcia
dell’Associazione nazionale città del tartufo, Massimo D’Alema ha
dichiarato: ‘Se quello che mi si chiede è di adoperarmi perchè
l’obiettivo del riconoscimento del tartufo come patrimonio immateriale
del – l’umanità da parte dell’Unesco possa essere raggiunto, sono
onorato e lo farò senza dubbio’” (dai giornali del 5-3). A questo punto,
visto il proverbiale fiuto di D’Alema, viene spontaneo domandarsi
cos’abbia fatto di male il tartufo e quali colpe debba espiare.
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lunedì 11 marzo 2013
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