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martedì 7 maggio 2013
Unità sveglia: il patto con B. l'ha fatto il PD - Marco Travaglio - Il F.Q. 5/5/2013
Latitante dalla campagna elettorale, fa la sua ricomparsa sull’Unità “Cristoforo Boni”, simpatico nom de plume del presunto direttore Claudio Sardo, ultimo superstite dello Squadrone Bersani, ormai disperso insieme a 3 milioni di voti. Tre mesi fa il Boni ci bastonava con l’accusa di indebolire il Pd, unico argine contro B. Ora torna a colpirci con l’accusa di indebolire il Pd, unico argine contro B. Non s’è accorto che, nel frattempo, il Pd ha svolto così bene le funzioni di argine da andare al governo con B., con cui si appresta anche a riscrivere la Costituzione. Affetto dalla sindrome psichiatrica del transfert, che porta il paziente ad attribuire agli altri ciò che fa lui, il Boni sostiene che “Travaglio tenta disperata- mente di rendere credibile l’asino che vola”, visto che “Grillo non ha mai avuto la minima intenzione di partecipare, né di collaborare, né
di favorire un governo senza Berlusconi”. Nesuno l’ha avvertito che l’altra sera, a Porta a Porta, la dirigente del Pd Marina Sereni ha stupito perfino Vespa dichiarando: “L’idea non era di fare un governo con 5Stelle, ma di chiedere a M5S non di fare maggioranza con noi, ma di consentire che nascesse un governo di
centrosinistra pur rimanendo cosa distinta”. Infatti, com’è noto a chi conserva un pizzico di memoria, Bersani tentò di spaccare i 5Stelle rastrellando i voti di qualche dissidente per avere la fiducia al Senato e allearsi poi di volta in volta con Monti e Pdl, coi quali governava felicemente da un anno e mezzo. Proposta indecente subito respinta, nel rispetto degli impegni elettorali, da Grillo e i suoi. Fu poi Grillo a proporre al Pd di votare Rodotà al Quirinale e poi governare insieme: proposta ribadita dalla capogruppo Lombardi (“Votate con noi Rodotà e poi si apriranno praterie per governare insieme”), ma neppure considerata dal Pd. Bersani s’era già accordato con B. su Marini e poi, bruciato Prodi (dal Pd, non certo da Grillo), si riaccordò con B. su Napolitano. Ma Boni parla, restando serio, di “un vero e proprio ‘patto’ di Grillo con il Cavaliere”. E accusa chi si ostina a ricordare i fatti di raccontare “balle” e di “lucrare sulle sconfitte del Pd”. Qualcuno, per favore, lo informi che gli unici patti con B. li hanno siglati, in due incontri clandestini, il suo amato Bersani per concordare il presidente della Repubblica e il suo amato Letta (Enrico) per concordare il governo dell’inciucio. Così il Boni scoprirà un sacco di cose, compresa la sua inutilità: a bastonare chi si oppone al governo Letta-Alfano-Micciché-Biancofiore provvedono già egregiamente Sallusti e Ferrara. Boni, che fra l’altro scrive peggio, può tranquillamente far riposare la lingua e le ginocchia.
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