Che fa il maggior gruppo di opposizione (diciamo pure quasi l’unico)
mentre il governo-inciucio Berlusconi-Letta mostra già la corda e
manifesta tutta la sua prevedibilissima impotenza? È quello che si
domandano molti italiani, soprattutto quelli che han votato 5Stelle
contro i partiti che si sono mangiati l’Italia. Sappiamo
bene che i neoeletti stanno imparando il mestiere di parlamentari;
hanno presentato una ventina di disegni di legge e altri ne stanno
preparando; le loro presenze in aula e in commissione superano
largamente quelle degli altri gruppi; hanno rinunciato (unici nella
storia) al finanziamento pubblico di 42 milioni di euro; hanno avviato
(unici nella storia) le pratiche per dichiarare ineleggibile B.; han
fatto approvare una mozione per consentire a chi avanza crediti dallo
Stato di scalarli dalle caselle esattoriali; hanno appoggiato la
proposta del Pd Giachetti per tornare al Mattarellum, ovviamente
sabotata dal partito unico Pd-Pdl-Monti; hanno contestato assieme a Sel
il golpetto del governo in Senato per aggirare l’articolo 138 della
Costituzione.Ma tutto questo i milioni di italiani che s’informano (si
fa per dire) dai camerieri del potere non lo sanno. Da quando gli
usurpatori hanno osato metter piede nel Palazzo, le guardie del corpo
dei partiti e dei loro padroni dipingono M5S come un covo d’incompetenti
sfaccendati e teleguidati che passano il tempo a litigare, epurare,
espellere, o a parlare di scontrini, mentre Grillo e Casaleggio fanno
soldi a palate. Contro il giornalismo servo si posson fare due cose:
seguitare a imprecare al destino cinico e baro, o bypassarlo parlando
direttamente ai cittadini e portando fuori dal Parlamento ciò che
avviene dentro. Ma, per farlo, bisogna conoscere il sistema e usarlo,
anziché farsene usare. Dopo quattro mesi di inseguimenti di pennivendoli
assatanati che a marzo chiedevano “la votate la fiducia a Bersani?”, ad
aprile “Grillo sbaglia a insistere su Rodotà?”, a maggio “restituirete
la diaria?”, a giugno “che ne sarà della povera Gambaro?”, dovrebbe
essere chiaro a tutti che a stampa e tv non frega nulla di quel che
fanno i 5Stelle: solo sputtanarli (si è addirittura introdotta in
politica la categoria dell’“antipatia” per squalificare Crimi e la
Lombardi, mentre i vecchi politici – com’è noto – sono tutti
simpaticoni) e trovarne qualcuno che parli male di Grillo e bene di
Napolitano, Letta e Alfano. E intanto magnificare con titoloni-pompa il
governo del nulla, rilanciare le promesse dei ministri che evaporano
dopo due minuti, esaltare i moniti del Presidente (ormai un rumore di
fondo), celebrare le mirabolanti imprese dei suoi saggi prostatici:
pennellate di lingua a base di “task force”, “road map”,
“cronoprogrammi”, “grandi riforme”, Tizio “spinge”, Caio “accelera”,
Sempronio “frena”. Mai come ora, con un governo che manda a casa i
condannati fino a 6 anni (praticamente tutti, a parte i serial killer),
espropria le Camere per blindare la controriforma costituzionale, ci
prende in giro su Imu e Iva, c’è bisogno di un’opposizione che si faccia
vedere e sentire. Chi non vi è portato, come la furbona che ha scoperto
improvvisamente che il guaio dei 5Stelle è Grillo o quell’altro genio
che s’è iscritto al M5S per andare dalla D’Urso o i “dissidenti” sul
nobile ideale della diaria, va semplicemente ignorato, o liquidato con
una battuta, o affidato a un collegio di probiviri che faccia rispettare
le regole (come nei partiti, che espellono centinaia di persone senza
che nessuno se ne accorga). Le scomuniche di Grillo e le riunioni-fiume
dei gruppi sono proprio ciò che vuole la grande stampa, sempre a caccia
di armi di distrazione di massa. Invece di perder tempo dietro le
Gambaro, i capigruppo convochino conferenze stampa e iniziative di
piazza per spiegare le porcate che scoprono in quell’ente inutile che
ormai è il Parlamento, e come intendono contrastarle. Altrimenti sono
più inutili del Parlamento.
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sabato 15 giugno 2013
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