lunedì 17 giugno 2013

Interessi sì, conflitto può darsi - Marco Travaglio

Carta Canta - l'Espresso, 14 giugno 2013

Fanno quasi tenerezza, Enrico Letta e Anna Finocchiaro,quando parlano di una nuova legge controi conflitti d'interessi. Letta la annuncia addirittura come una delle missiondel suo governo. La Finocchiaro invece la evoca per indorare la pilloladell'ennesima conversione del Pd sulla via di Arcore, ovviamente all'insaputadegli elettori superstiti: quella sul presidenzialismo (come se i conflittid'interessi fossero un guaio nelle repubbliche presidenziali e manna dal cieloin quelle parlamentari). Eppure sanno benissimo entrambi che, nel momentostesso in cui il Pd ha deciso di fare il governo con Berlusconi, si è preclusoqualunque possibilità di combattere conflitti d'interessi, posizioni dominanti sul mercato,incompatibilità, ineleggibilità, corruzione, evasione fiscale, economiaclandestina (che poi sono i motivi principali della crescita sottozerodell'Italia, ma anche le ragioni sociali del Cavaliere politico). Tantovarrebbe fare un bagno di sincerità e ammetterlo senza tante bugie, evitando disuscitare aspettative inutili che diventeranno dannose quando si trasformerannonelle ennesime disillusioni.

Ma è un'ulteriore bugia che l'unico ostacolo a unaseria normativa contro i conflitti d'interessi stia ad Arcore. E il caso DeLuca? E il caso Bondi? Vincenzo De Luca è da tempo immemorabile (con qualcheintervallo parlamentare) il sindaco-padrone di Salerno, prima per i Ds ora peril Pd. Lasciamo perdere i tre o quattro processi che ha sul groppone con accusegravissime, praticamente tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione. Ledue cariche di sindaco e viceministro alle Infrastrutture sono incompatibiliper legge (scritta da Berlusconi, cioè coi piedi), ma soprattutto per motivioggettivi: da sindaco, De Luca patrocina il progetto della metropolitana dellasua città (un'eterna incompiuta e, viste le dimensioni di Salerno, un'operainutile e costosa che in 16 anni s'è già mangiata la bellezza di 55 milioni);da viceministro, ne è il controllore. Tant'è che ha già convocato imprese,Comune e Regione Campania per un vertice al Ministero. Quando toccherà alComune, si porrà stringenti quesiti in veste di viceministro e poi, saltellandodall'altro capo del tavolo, si risponderà da sindaco con argomenti certamenteconvincenti, almeno per il viceministro. Che, per pura combinazione, è semprelui. E' il replay di una scena già vista alcuni anni fa quando De Luca,commissario speciale del governo Berlusconi, convocò se stesso in qualità disindaco per discutere del termovalorizzatore. Perfetta identità di vedute.

Letta, o Finocchiaro,o il Pd, insomma qualcuno ha intenzione di porre ilproblema del suo plateale conflitto d'interessi? Non c'è nemmeno bisogno di unalegge: basta il buon senso. Ma a Salerno gli unici appassionati al tema sembranoessere i 5Stelle, che insistono per le sue dimissioni da primo cittadino. IlPdl fa orecchi da mercante. Così come fa il Pd sull'ineleggibilità di Berlusconi. Una mano (sporca) lava l'altra. Il caso Bondi, nel senso di Enrico,è un'altra apoteosi del “non voglio e non posso” del governo. Sorvoliamo sul suorinvio a giudizio per falsa testimonianza nell'inchiesta sugli spioni Telecom.In febbraio, da qualche mese consulente del governo Monti per la spendingreview, Bondi dona 100 mila euro nella lista Monti. In aprile i Riva, di cui èda anni consulente, lo ingaggiano come amministratore delegato dell'Ilva diTaranto, finita sotto sequestro per i suoi gas venefici. Il governo Monti leconcede di proseguire l'attività con la nuova autorizzazione Aia che, supressione dei giudici, impone stringenti prescrizioni per la bonifica degliimpianti. L'Ilva ne aggira un bel po' e i giudici la sgamano di nuovo. Bondi sidimette da ad per protesta. Il governo, appoggiato dalla lista Monti,estromette per un po' i Riva dalla gestione e, all'insegna della discontinuità,nomina commissario chi? Bondi, che cambia semplicemente stanza, incaricato difare da commissario ciò che non ha fatto da consulente e da ad. Poi naturalmentetutti a scrivere la nuova legge contro il conflitto d'interessi. Titolo:“Esclusi i presenti”.

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